Marco Travaglio a Londra contro la ‘leccaculocrazia’

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‘Slurp’ è il suono onomatopeico del ‘leccaculismo‘ (e scusate il mio francese), della cortigianeria e della piaggeria del giornalismo italiano, che per ingraziarsi il potente di turno lo incensa.  E’ anche il titolo che Marco Travaglio, giornalista d’inchiesta, autore, scrittore e direttore di Il Fatto Quotidiano, ha scelto per il suo spettacolo in scena a Londra al Leicester Theatre il 22 marzo alle 19.30, insieme all’attrice Giorgia Salari e per la regia di  Valerio Binasco.
Uno spettacolo tragi-comico sulla piaggeria dell’intelligentia italiana nei confronti dei potenti. Mentre prepara la valigia per la sua trasferta londinese, Travaglio accetta di rispondere alle nostre domande.

Pensa che inizialmente credevo che Slurp stesse a significare il crapulone che si è mangiato il Paese…
No, io ce l’ho con la piaggeria. Con chi ha lasciato che una classe dirigente di infimo valore governasse per tanti anni indisturbata.

Con una stampa diversa la situazione non sarebbe cosí tragica e l’Italia avrebbe una classe politica migliore, non quella che definisci ‘la peggiore del mondo’, quindi.
Certo. Il leccaculo allunga la vita delle persone che incensa e agisce per il proprio interesse. In Italia con questa modalità si fa carriera. Dato che chi ha talento deve emigrare, chi fa carriera deve trovare il modo di farla a prescindere dal talento che non ha, quindi si ingrazia il potente di turno e quello lo porta in alto. E’ così che in Italia si diventa direttore di telegiornali, di giornali, di riviste, sottosegretario, ministro, direttore di case editrici. Cosi si vincono premi letterari e direzioni di musei, e potrei continuare. La lingua in Italia è il principale ascensore sociale.

Ci saranno pure delle voci fuori dal coro…
Sí, certo, ce ne sono molte. Lo spettacolo, cosí come l’omonimo libro a cui lo spettacolo si ispira, l’ho dedicato a quelli che usano la lingua per parlare, argomentare, informare, denunciare, urlare anche. Naturalmente sono persone che faticano a fare carriera. Mentre in altri Paesi si fanno film come Spotlight e Truth e i giornalisti che vanno contro il potere vengono incensati, in Italia vengono considerati dei disfattisti e dei nemici della nazione. Lo spettacolo è proprio per far capire che un certo giornalismo all’estero viene premiato con il Pulitzer, in Italia viene considerato una devianza.

Immagino sia un fenomeno che continua ancora adesso.
Più che mai. Adesso che destra e sinistra sono sparite e c’è un unico grande blob che galleggia intorno a Renzi, le leccate sono a 360 gradi. Se per un miracolo alla Rai arrivasse l’intera redazione della BBC e alla direzione dei giornali italiani arrivassero direttori americani o inglesi, la nostra classe politica non durerebbe tre mesi.

Situazione piuttosto improbabile. Quindi non c’è speranza per l’Italia?
Io spero che prima o poi la gente apra gli occhi e che la rivolta possa venire dal basso. Chi ha visto Spotlight potrebbe pretendere un’informazione di quel tipo anche in Italia. Auspico la rivolta dei lettori. Visto che pagano il giornale in edicola, e io sono un grande fautore della carta stampata, i lettori hanno diritto alla verità. Credo che la carta stampata sia ancora il luogo migliore per l’approfondimento giornalistico. L’informazione non è leggere qualche titolo sui siti internet, che portano a credere di sapere tutto senza invece sapere niente. La carta stampata è ancora l’unica che offre una possibilità di approfondimento. Visto che il lettore paga il suo giornale, ha diritto a far sentire la sua voce. In tempi di crisi dei talk show, i direttori stanno attenti alle proteste dei lettori. Che i lettori si facciano sentire. Vale la pena sollecitare il pubblico a un uso più critico del servizio informativo.

Il pubblico che troverai a Londra è fatto di persone che, in molti casi, hanno lasciato l’Italia perché non apprezzava il sistema anti-meritocratico…
Non lo apprezzava oppure aveva meriti che non vedeva riconosciuti ed è andata dove questi meriti hanno un valore. Mi fa sempre molto piacere incontrare le comunità degli italiani all’estero quando ne ho l’occasione. Sono stato e sarò anche a Bruxelles, Barcellona, Ginevra.

Vedi una differenza tra il pubblico in Italia e quello che trovi all’estero?
Meno di quello che mi sarei aspettato. Anche in Italia ci sono molte persone che magari non hanno voce ma vorrebbero che alla leccaculocrazia si sostituisse la meritocrazia. Il cambiamento può partire solo da loro.

Slurp va in scena il 22 Marzo al Leicester Square Theatre alle 19.30. Per info e biglietti clicca qui.

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