Liberarsi delle note di La Vita Com’è di Max Gazzè (dall’ultimo e decimo album Maximilian) non è facile, perché è il genere di canzone che inizia a girare nelle orecchie, poi prende la testa e arriva al piedino, che batte a ritmo. Li chiamano tormentoni, ma la ricca carriera artistica di Max (quest’anno sono vent’anni dal primo album) non è fatta di soli tormentoni, è fatta di musica raffinata, internazionale, di grande talento e di continua sperimentazione.
Stasera Max suona all’Heaven, c’è ancora qualche biglietto: “Sono felice di tornare a Londra, anche se mi fermerò pochissimo - racconta Max al telefono qualche minuto prima di imbarcarsi - l’Inghilterra mi ha dato moltissimo dal punto di vista umano e artistico”.
Max è nato in Belgio, lì ha fatto le scuole. Poi ha suonato nel gruppo inglese 4 Play 4 con cui si è esibito nei club più underground: “Più che Londra città conosco bene la periferia, ho vissuto nel Kent, nel Surrey, e ho suonato con il gruppo in tantissimi locali fuori dal centro. Sono molto affezionato all’Inghilterra che è stata parte integrante della mia formazione, lì ho messo le radici”.
Quest’anno sono quarant’anni di Punk: “Quando dici punk pensi subito a Londra. L’Inghilterra è unica nel riuscire a raccontare grandi movimenti sociali e culturali attraverso la musica. Il Punk è stato un movimento sociale forte e la musica inglese ha esportato il messaggio di rottura e totale libertà. In Italia Franco Battiato è punk. Io sono punk!”.
È vero, il talento di Max fugge da ogni definizione. Ma ogni tanto la sua musica è pop, un gruppo di tecnici ha ballato in mutande sul palco in uno dei suoi concerti italiani (Serico, Belluno): “Ah! Ma quella è stata una cosa fatta per imitare il video di La Vita Com’è, la canzone piace e fa ballare tutti. Poi eravamo in chiusura di quel tour italiano e i tecnici erano in vena di festeggiare. Non mi dà fastidio che una mia canzone diventi un tormentone, vivo serenamente questa fase della mia vita artistica in cui sono mainstream”.
La tappa di stasera fa parte del Maximilian Tour, un tour mondiale che toccherà quattordici città. Max è partito da Madrid lo scorso 5 maggio e dopo Londra suonerà in altre città europee, tra cui anche l’amata Bruxelles. Poi New York, Chicago, Tokio, Shangai: “Il tour è iniziato benissimo, ci siamo divertiti. Con mia grande sorpresa tra il pubblico non ci sono solo italiani, ma molti autoctoni e stranieri che vengono a curiosare”.
La vita in tour è bella ma anche dura, sempre in giro, lontano dagli affetti: “Lavoro con persone che conosco da vent’anni e che ormai sento come una famiglia. Ci aiutiamo e ci supportiamo, insieme superiamo ogni difficoltà, senza di loro non potrei. La mia famiglia mi mancherà moltissimo, ma chiedere ai miei quattro figli di raggiungermi in giro per il mondo è impossibile, ci vedremo quando tornerò a casa e mi dedicherà come sempre solo a loro. Sono abituati a vedere papà partire o a chiudersi in studio a fare musica, è bellissimo quando ci rivediamo e stiamo di nuovo insieme. Poi però se sto troppo a casa, che palle papà“.